Non riuscire a venire per potersene andare. (...)
Come tutte le persone disperate ero, senza rendermene conto, una grande stronza, intimamente convinta che il resto del mondo se ne stesse lì esclusivamente a disposizione dei miei tentativi di stare meglio.
In particolare con gli uomini. Ne individuavo uno il più possibile difficile da conquistare, lo avvicinavo, entravo nella sua vita, ne condizionavo almeno un paio di abitudini per accertarmi di essere passata di là e poi scomparivo.
Non lo facevo apposta.
Quelli che incontravo in qualche modo avrebbero potuto capire che l’intimità e la completa accondiscendenza che gli riservavo non avevano niente di personale nei loro confronti.
(...)
È che non sapevo vivere e speravo di riuscirci rispondendo ai desideri di chi sapeva farlo. Tanto per me niente faceva differenza.
Questo era il mio segreto:che agli occhi degli altri potesse assumere le forme di una prorompente vitalità, era colpa di quell’illusione ottica che confonde l’eccesso di espressione con l’assenza di sostanza.
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