venerdì 16 luglio 2010

Anno 2010

la cosa che più mi sconvolge di questo caldo è sapere che a poco più di quattro chilometri da qui ci sono zero gradi.
più o meno la stessa distanza che ho dal blockbuster o l'ipermercato più vicini. E allora perché non posso salire di quattromilatrecentottanta metri e prelevare un po' di quel gelo. Sai cosa ti dico, che questo è il futuro sbagliato. Non ci sono pillole a cena, macchine volanti, clima controllato, basi sulla luna e tutine sberluccicanti che si adattano alla tua taglia e tengono fresco. Ok, c'è internet, ma non è il futuro previsto. Non quello che mi avevano insegnato ad aspettare. Per quanto simpatici e di gradevole compagnia, i socialnetwork non hanno paragoni a cose come l antigravità o il teletrasporto. Dai! Lo so che questo non è il mio ma uno di quelli strani, assurdi e grotteschi universi paralleli dove capitano le cose tra il ridicolo e il tragico. Voglio dire, il golfo del messico che s'insozza di petrolio a quel modo o i Tokio Hotel, ma chi ci crede. Ho capito che è uno scherzo, Luca, Chicco, Marco o chi cazzo se l'è inventato: bravo, però adesso rimettimi al mio posto nel mio spazio e nel mio tempo. Dai cazzo che qui si crepa dal caldo (assurdo anche quello, tra l'altro) -

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