giovedì 5 agosto 2010

Spesso lo stato della cucina riflette lo stato della mente.
Gli uomini confusi e insicuri, d’indole remissiva, sono dei pensatori. le loro cucine sono come le loro menti, ingombre di rifiuti, stoviglie sporche, impurità, ma essi sono coscienti del loro stato mentale e ne vedono il lato umoristico.
A volte, presi da uno slancio focoso, essi sfidano le eterne deità e si danno a mettere ordine nel caos, cosa che a volte chiamano creazione; così pure a volte, mezzo sbronzi, si danno a pulire la cucina.
Ma ben presto tutto torna nel disordine e loro a brancolare nelle tenebre,
bisognosi di pillole e preghiere, di sesso, di fortuna e salvazione.

L’uomo con la cucina sempre in ordine è, invece, un maniaco. Diffidatene.
Lo stato della sua cucina e quello della sua mente coincidono: costui, così preciso e ordinato si è in realtà lasciato condizionare dalla vita e la sua mania per l’ordine, dentro e fuori, è solo un avvilente compromesso, un complesso difensivo e consolatorio.
Basta che l’ascolti per dieci minuti e capisci che lui, in vita sua, non dirà mai altro che cose insensate e noiose.
E’ un uomo di cemento. […] se cerchi un uomo vivo, da’ un’occhiata alla sua cucina, prima, e ti risparmierai un sacco di tempo.

(Charles Bukowski)

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